Lo scontro fra due mondi, due culture..e tre anime ferite.
Perchè a dispetto della maggioranza dei trailer che mostrano lo svolgersi di un'appassionata storia d'amore fra la Kidman e Jackman, peraltro bravissimi e incredibilmente in sintonia come coppia cinematografica, questa è la storia di una famiglia.
O meglio, di un uomo, di una donna e di un bambino che non potrebbero essere più diversi e più lontani: eppure, accomunati da un triste destino, si incontrano, si scontrano e imparano ad amarsi sfidando ogni legge e ogni convenzione della società.
Per il resto, posso capire perchè molti critici l'hanno massacrato sui giornali, bollandolo nel migliore dei casi come banale.
Lei,bellissima, ricca e snob lady inglese, che si catapulta in Australia per riportarsi a casa il marito fedifrago e scopre che è morto. Nessun dolore, visto che fra i due non pareva esistere il minimo amore.
Lui, rude mandriano, detestato da tutti perchè non solo frequenta gli aborigeni e parla la loro lingua, ma ha osato sposare una di loro, morta anni addietro perchè nessun ospedale "civile" l'ha voluta curare.
E poi il bambino: come tutti i mezzo sangue, destinato ad essere rinchiuso in pii orfanatrofi cristiani per rinnegare la sua origine e la sua cultura. La vergogna di queste "generazioni rubate" è finita solo negli anni 70, ed è uno di quei casi tragici della storia di cui nessuno sente di dover parlare.
Saranno dei clichet.
Ma in fondo, visto che in molti hanno sottolineato le rassomiglianze con un vero classico del cinema, ovvero Via col vento,non è mai sembrato banale a nessun critico che Rossella O'Hara si rendesse conto di amare Rhett proprio alla fine del film, quando lui se ne va sbattendo la porta? Un po' scontato e forzato, mi pare. Stiamo scherzando?
La banalità è difficile da definire. Per me questo film non rientra affatto nel banale. Nel romantico, nell'avventuroso, questo sì. Nel popolare, ammesso che questo aggettivo abbondantemente utilizzato dai critici sia per forza dispregiativo.
Non saprei se i critici si aspettassero qualcosa simile a Moulin Rouge!- parte seconda. Sicuramente lo stile è diverso. Soltanto in pochi elementi (la presentazione dei personaggi a inizio film, il cattivo "da operetta", il tema musicale che accompagna tutto il film) è possibile riconoscere quei tratti distintivi di Luhrmann: ma la differenza di regia non toglie nulla al suo talento. Replicare all'infinito un modello cinematografico non è talento, è auto-plagio.
A qualcuno questo film piacerà, qualcun altro forse lo detesterà.
Personalmente, non vedo l'ora di impararlo a memoria.